QUALI SONO I PERCORSI DI STUDIO CHE ASSICURANO I LIVELLI RETRIBUTIVI PIÙ ALTI?

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Nonostante molto spesso le notizie dei media siano poco incoraggianti, in Italia continua ad aumentare sia la percentuale di laureati che trovano lavoro a un anno dal conseguimento del titolo, sia i livelli retributivi. Nel 2021, infatti, il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento della laurea è stato del 74,5% tra i laureati di primo livello e il 74,6% tra i laureati di secondo livello.

I dati  dell’ultimo Rapporto Almalaurea 2022 (https://www.almalaurea.it/informa/news/2022/06/15/rapporto-almalaurea-2022) evidenziano che i primi 5 percorsi di studio che garantiscono retribuzioni più alte sono: quelli dell’area medico-farmaceutica e veterinaria; architettura e ingegneria civile e informatica; i percorsi nel settore ambientale; educazione e formazione; infine i percorsi nell’area giuridica. Sono inoltre molto richieste e ben pagate le competenze nelle aree STEM, ma in questo caso le imprese non riescono a trovare professionisti formati adeguatamente.

In generale i compensi restano bassi per i laureati. La retribuzione mensile netta, infatti, a cinque anni dal titolo è pari a 1.554 euro per i laureati di primo livello e 1.635 euro per i laureati di secondo livello, anche se registrano un aumento rispetto al 2019 di +8,3% e +7,3%.

Quanti svolgono un lavoro coerente con gli studi fatti?

Per rispondere a questa domanda AlmaLaurea considera l’efficacia del titolo, che combina la richiesta (formale o sostanziale) della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze acquisite all’università. Nel 2021, per oltre il 60% dei laureati occupati ad un anno, il titolo risulta “molto efficace o efficace”: 60,6% per i laureati di primo livello e 66,3% per i laureati di secondo livello. Tralasciando il confronto con il 2020, viste le peculiarità legate all’insorgere della pandemia da Covid-19, rispetto all’indagine del 2019 si rileva un aumento dei livelli di efficacia sia per i laureati di primo livello (+2,3 punti percentuali) sia per quelli di secondo livello (+4,9 punti).

Le criticità nel raggiungere retribuzioni più elevate sono state analizzate anche nell’ultimo rapporto sul mercato del lavoro del CNEL che, come rimarcato dal Presidente Tiziano Treu: “al quadro demografico, che mette in evidenza come l’accentuata denatalità abbia drammatici effetti quantitativi sulle coorti di trentenni e ventenni, si associa la debolezza dei percorsi formativi, che pone l’Italia in cima alle classifiche europee per il maggior guadagno in termini di occupazione che deriverebbe da una migliore formazione e da un più efficiente utilizzo del capitale umano. Un gender gap fra i più elevati fra le economie mature, fra le più basse in Europa la quota di quindicenni in possesso di competenze considerate indispensabili per un solido percorso di vita nel XXI secolo, una delle più basse incidenze di laureati e una delle più elevate quote di cittadini fra i 18 e i 24 anni privi di titolo di scuola secondaria superiore (quest’ultimo dato fermo sui livelli del 2008). Il nostro rapporto richiama la necessità di rendere pienamente operativi questi strumenti, di rafforzare e aggiornare il programma garanzia giovani anche alla luce delle indicazioni europee, di far funzionare i nuovi strumenti di politica attiva predisposti dal PNRR e dalla legge di bilancio”.

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