COSA SONO I NEET E PERCHÉ IN ITALIA SONO COSÌ TANTI?

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L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di NEET, ovvero giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano e non lavorano.

Secondo l’ultimo rapporto Eurispes, presentato a maggio 2022, i NEET (Not in Education, Employment or Training) sono oltre 3.085.000 e rappresentano il 25% dei giovani in questa fascia d’età. Di questi oltre la metà, ben 1,7 milioni, sono donne. Un fenomeno sconosciuto fino a qualche anno fa ma che si è acuito tra il 2007 e il 2014, facendo raggiungere al nostro Paese il triste primato europeo nella classifica Eurostat, che vede al secondo posto la Grecia (21%), al terzo la Bulgaria (19%) e al quarto la Spagna (18,6%). In Italia il fenomeno vede in testa le regioni del Centro-Sud: Sicilia (30,3%), Calabria (28,4%) e Campania (27,3%) seguite da Puglia (23,6%), Sardegna (21,8%) e Molise (20,3%).

Ma da cosa derivano questi numeri così alti? Ecco il punto di vista di Tiziano Treu, presidente del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, tra i maggiori esperti mondiali di lavoro.

“Questi numeri così alti nascono innanzitutto dal nostro altissimo tasso di dispersione scolastica e poi dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro, ossia tra ciò che si insegna nelle scuole e nelle università e ciò che chiede il mercato. Ci sono tanti, troppi ragazzi, che finita la scuola non studiano proprio più e molti altri che studiano cose inutili o meglio non in linea con le richieste di un mercato del lavoro radicalmente cambiato rispetto al passato. C’è da considerare anche il fenomeno dell’over-qualification, cioè la sovrabbondanza di lauree poco attinenti al mondo del lavoro e, dall’altro lato, la lentezza del sistema imprenditoriale nel capire che le competenze occorrono e vanno pagate.”

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